Holcim Aggregati Calcestruzzi: "la sfida della sostenibilità chiama, noi siamo pronti” - Imprese Edili

2022-12-29 12:30:33 By : V-TRY Stationery

È il materiale da costruzione più utilizzato al mondo e forse anche per questo, in tema di sostenibilità, il calcestruzzo concentra su di sé una serie di attenzioni. Ma al pari di altre tecnologie, le industrie produttrici di cemento e calcestruzzo sono chiamate a misurarsi con il tema della decarbonizzazione e con gli obiettivi fissati dal Green Deal europeo, che prevedono la riduzione entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990, del 55% delle emissioni di CO2 e la neutralità carbonica al 2050.

E la filiera – come sostenuto di recente dalla stessa Federbeton – vuole essere protagonista della transizione ecologica, tanto che le imprese aderenti dispongono oggi di una strategia che, da qui al 2050, prevede investimenti per oltre 4 miliardi di euro, a cui andrebbero sommati gli extra costi operativi stimati in altri 1,4 miliardi.

Il piano messo a punto dalle associazioni del cemento e del calcestruzzo ipotizza una serie di azioni, alcune immediatamente disponibili, come il ricorso ai combustibili alternativi, altre, come le tecnologie di sequestro e cattura della CO2, che necessitano invece di una fase di sviluppo, mentre per l’adozione di tecnologie di transizione a ridotto impatto di emissioni servirebbero gli ingenti investimenti di cui si è detto.

La strategia prevede anche una serie di misure puntuali, come la riduzione del rapporto clinker-cemento, forme di approvvigionamento locale, trasporti meno inquinanti e l’ottimizzazione della quantità di calcestruzzo nelle costruzioni, garantendo gli stessi standard di sicurezza.

Di questi e altri temi abbiamo parlato con Calogero Santamaria, amministratore delegato di Holcim Aggregati Calcestruzzi, del gruppo Holcim Italia, società controllata da Holcim Ltd.

L’azienda italiana conta oggi più di 300 addetti, impiegati in una cementeria a Ternate, non lontano da Varese, un centro di macinazione a Merone, in provincia di Como, in cinque cave, di cui tre di aggregati, e in diversi impianti di calcestruzzo dislocati nelle province di Milano, Bergamo, Brescia e Varese, oltre che in tre terminal portuali e ovviamente nelle sedi amministrative di Merone e Comabbio. Ecco cosa ci ha detto, in particolare sul binomio sostenibilità-innovazione.

Ingegner Santamaria, cosa significa parlare di calcestruzzo oggi?

Il calcestruzzo è il materiale da costruzione più usato al mondo, che negli anni è stato in grado d’innovarsi per rispondere a esigenze progettuali sempre più complesse. La durabilità caratterizza da sempre il materiale, che negli anni è diventato più duttile ed efficiente, oltre che più sostenibile, grazie anche al miglioramento delle prestazioni.

Che tipo di innovazioni l’azienda offre al cantiere affinché siano garantite prestazioni secondo il principio della sostenibilità?

Innanzitutto, le prestazioni del materiale consentono di ottimizzare la quantità di prodotto necessaria a ottenere determinate performance con una serie di implicazioni positive qua- le, ad esempio, il minor consumo di risorse. Ma la stessa composizione del prodotto, orientata all’utilizzo di cementi a ridotto contenuto di clinker, è esempio di sostenibilità e di riduzione delle emissioni di CO2. Le certificazioni Epd di ogni singola miscela, di ogni singolo impianto, sono lo strumento che offre alle imprese la misurazione dell’impatto ambientale dei nostri prodotti.

In che modo la filiera del calcestruzzo risponde alle dinamiche di uno sviluppo sostenibile?

Tutti gli attori della filiera sono pronti a questa sfida: si tratta di un impegno da cui non ci si può sottrarre, nell’interesse di tutti. Congiuntamente quindi ricerchiamo le migliori soluzioni per ottenere le massime prestazioni del materiale e di ottimizzarne l’uso e le quantità.

In che modo l’azienda recepisce l’obiettivo della sostenibilità, sia in ambito produttivo sia in quello della gestione dei servizi?

Innovazione e sostenibilità sono al centro di tutti i nostri obiettivi. Vogliamo contribuire alla creazione di un mondo che concili le esigenze dell’uomo con quelle del pianeta: un obiettivo che può essere raggiunto solo costruendo in modo più efficiente e nel rispetto dell’ambiente. In particolare, la sostenibilità è al centro delle nostre attività: per questo Holcim Italia si è posta l’obiettivo di produrre, entro il 2050, materiali da costruzione neutrali per l’ambiente e completamente riciclabili.

Cosa significa progettare la durabilità del calcestruzzo oggi?

È risaputo che una delle caratteristiche principali del calcestruzzo è la sua durabilità, che è essa stessa elemento di sostenibilità, in quanto un manufatto che dura nel tempo ha una vita maggiore, ma richiede anche meno manutenzione e quindi meno uso di risorse, materiali ed energia. Progettare la durabilità è, ed è sempre stato, essenziale; in questo noi ci affidiamo ai progettisti strutturali cercando di soddisfare tutte le richieste in termini di resistenze e performance, per ottenere edifici che resistano nel tempo.

Resistenza, durabilità e leggerezza. Come l’azienda risponde a queste esigenze prestazionali?

La capacità di sviluppare mix design ad hoc e prodotti che consentano di raggiungere la massima lavorabilità, la resa estetica, congiuntamente alle resistenze e alle caratteristiche strutturali, è una competenza che offriamo da sempre e in relazione alla quale abbiamo maturato un importante know how. Di casi eccellenti, su Milano ad esempio, ne abbiamo numerosi: dalla nuova sede del Gruppo CAP, che presenta un faccia a vista realizzato con un calcestruzzo fibrato per assecondare un disegno molto particolare della facciata, alle torri di Porta Nuova e di City Life, per le quali il calcestruzzo dev’essere estremamente resistente e allo stesso tempo lavorabile e pompabile ad altissima quota.

Quali sono le prospettive future in termini di evoluzione tecnologica? Qual è lo scenario della ricerca per quanto riguarda la sostenibilità?

La strada principale è sviluppare prodotti ad altissime prestazioni, cercando di minimizzare l’impatto energetico e le emissioni di CO2 attraverso l’utilizzo di cementi a basso contenuto di clinker. Esempi di questo percorso sono le nostre gamme ECOPact ed ECOPlanet. La sfida sarà coniugare la sostenibilità alle prestazioni e alla qualità del prodotto fornito.

CENTRO DIREZIONALE GRUPPO UNIPOL | Negli ultimi quindici-vent’anni, nel cuore di Milano è avvenuta la più importante trasformazione urbana a livello nazionale. È all’interno di questo nuovo contesto che si colloca la torre, headquarter del gruppo, progettata dallo studio MC A Mario Cucinella Architects.

La nuova sede, dal design elegante e pragmatico, è frutto di uno sviluppo progettuale rigoroso, attraverso il quale ogni elemento dell’edificio, dal volume al sistema facciata, dal connettivo interno agli spazi pubblici che circondano la struttura, contribuisce alla creazione di una macchina efficiente, senza concedere nulla al formalismo. L’edificio si sviluppa su 23 piani fuori terra e tre interrati, per un’altezza di circa 120 metri e una superficie totale di 35mila metri quadrati.

La facciata, rappresentata da una geometria a rete, è metafora del sistema delle relazioni ed è elemento fondamentale per la costruzione dell’immagine naturale dell’edificio. La torre ospiterà in copertura una serra-giardino panoramica con un’area dedicata a ospitare eventi pubblici e culturali. La costruzione della torre è frutto della collaborazione tra CMB di Carpi e Holcim: la prima ha operato come general contractor, la seconda ha fornito le migliaia di metri cubi di calcestruzzo (18mila).

Considerata l’altezza dell’edificio, fondamentale è stata l’attività di pompaggio in quota del calcestruzzo. «Uno dei problemi che si incontrano quando si realizzano edifici a torre come in questo caso – sostiene l’ing. Massimiliano Cerone, direttore tecnico di cantiere CMB – riguarda proprio l’approvvigionamento del calcestruzzo in quota. Il tema della pompabilità è un aspetto fondamentale. Stante l’esperienza maturata sia dall’impresa sia da Holcim, la scelta è caduta su un calcestruzzo di classe S5 superiore. In questo modo siamo riusciti a pompare il calcestruzzo fino in sommità. Questa fase è stata importante per due aspetti: la sicurezza della lavorazione e la logistica di cantiere. I volumi di pompaggio erano infatti molto elevati, per questo occorreva garantire la massima sicurezza in fase esecutiva. Quanto alla logistica, l’area di cantiere è di dimensioni contenute, la metà della quale occupata dal sedime della torre. Per cui, anche questo aspetto ha richiesto grande attenzione. Per quanto riguarda invece le miscele, complessivamente, per tutto l’edificio, ne abbiamo utilizzate 24 di differente composizione. Le più delicate hanno riguardato alcune strutture in elevazione: lì, in corrispondenza di alcuni solai appesi, abbiamo utilizzato l’Rck 60, che ha richiesto una capacità di pompaggio molto elevata».

Per garantire uniformità e omogeneità del calcestruzzo da impiegare, l’impianto Holcim di Novate Milanese ha lavorato esclusivamente per il cantiere di Milano. «Il calcestruzzo è elemento essenziale per le fondazioni di qualsiasi edificio e i basamenti giocano un ruolo fondamentale, quando si è alle prese con edifici alti. Ancora una volta, grazie al nostro know how – afferma Calogero Santamaria, ad di Holcim Aggregati Calcestruzzi – siamo riusciti a rispondere a una sfida impegnativa, sia dal punto di vista logistico e organizzativo che da quello dello studio del mix design».

TORRE MILANO | Ventitré piani e ottanta metri di altezza. È Torre Milano, il nuovo grattacielo del capoluogo lombardo di piazza Carbonari. L’iniziativa è di Impresa Rusconi e Storm.it: un’operazione immobiliare che si concluderà con la consegna di 110 appartamenti di differente taglio, da monolocali a bilocali a pentalocali, tra l’autunno e l’inverno di quest’anno.

Il progetto architettonico è dello studio Beretta Associati, che ha voluto offrire all’edificio una matrice razionalista. Si tratta di tipologie residenziali flessibili, con altezze interne variabili. L’edificio è stato progettato e realizzato nel rispetto dei requisiti della classe energetica A. 190 pannelli fotovoltaici in copertura produrranno oltre 68 kW di energia. Una vasca di 15mila litri è destinata alla raccolta delle acque piovane per irrigazione.

«Rigenerare consente anzitutto un minore consumo di suolo e una riduzione della carbon footprint degli edifici, che vengono dotati di nuovi comfort con costi di gestione inferiori. – afferma Stefano Rusconi, consigliere delegato di Impresa Rusconi. La dicotomia tra comfort e risparmio energetico si sta infatti assottigliando sempre più, convergendo verso un unico punto di consumo vicino allo zero».

Per la realizzazione della struttura (il complesso è stato costruito dall’impresa Nessi & Majocchi) hanno lavorato più di 500 persone tra professionisti, tecnici, operai, carpentieri e capi squadra, con una media di 110 presenze giornaliere.

Le prime operazioni di fornitura dei calcestruzzi sono iniziate nei primi mesi del 2020: il primo getto delle fondazioni è avvenuto in sole 14 ore, senza soluzione di continuità. Un risultato notevole, considerate anche le difficili condizioni logistiche del cantiere.

In quell’occasione Holcim ha fornito più di 2mila metri cubi di calcestruzzo Antìdro: un calcestruzzo realizzato con cemento pozzolanico, resistente ai solfati e durabile nel tempo. Per il getto del piano zero della torre sono serviti 300 metri cubi di calcestruzzo Rck 55, più un centinaio di metri cubi di Rck 55 Antìdro impermeabile, per completare la vasca bianca. Complessivamente Holcim ha fornito oltre 16mila e 500 metri cubi di calcestruzzo.

LA NUOVA SEDE DEL GRUPPO CAP | Da alcuni mesi è il nuovo quartier generale dell’azienda pubblica che gestisce il servizio idrico integrato del milanese. Quello di via Rimini è un edificio iconico, ispirato ai principi della sostenibilità ambientale.

Con i suoi 30 metri di altezza e gli oltre 11mila metri quadrati di superficie distribuiti su sei piani più uno interrato, l’edificio si sviluppa in orizzontale assumendo la forma di una nave con la prua appuntita e sollevata da terra.

Il progetto porta la firma di Claudio Lucchin & Architetti Associati. Ogni aspetto, energetico, ambientale ed economico, è stato interpretato in modo rigoroso: dalla scelta dei materiali per l’involucro esterno (realizzato in pietra lavica) al ricorso a pannelli solari (422 in totale) in grado di garantire oltre il 60% circa dell’autonomia energetica.

Il palazzo presenta 430 finestre a nastro, a motivo ortogonale, una diversa dall’altra, distribuite in modo irregolare. Avviati nell’ottobre 2018, i lavori, frutto di un appalto pubblico, sono stati realizzati dalla CMB di Carpi.

Con l’impresa emiliana, per la fornitura dei calcestruzzi, ha lavorato Holcim Italia: entrambe le società, a Milano, collaborano alla realizzazione di diversi progetti. Per le strutture del quartier generale di CAP sono stati impiegati, tra gli altri, Fibrèo ed ECOpact, il calcestruzzo green di Holcim, che attraverso l’utilizzo di cementi a ridotte emissioni e una composizione ottimale delle miscele consente di ridurre le emissioni in atmosfera fino al 50% rispetto a una soluzione di tipo standard.

«Abbiamo impiegato Ecopact – afferma Lorena Botta, direttore tecnico di cantiere di CMB – perché ha permesso di ottenere delle miscele di calcestruzzo con requisiti coerenti alla certificazione Leed e ai criteri minimi ambientali. In particolare, per le pareti perimetrali abbiamo impiegato Fìbreo, un calcestruzzo strutturale con fibre di polipropilene o di acciaio; per le altre pareti e per i solai la scelta è caduta su Optìmio, mentre per l’esecuzione in vasca bianca della platea di fondazione e dei muri perimetrali dell’interrato, nonché della vasca di contenimento dell’acqua duale, abbiamo optato per Antìdro, un calcestruzzo con cementi pozzolanici che permette di ottenere impasti molto compatti».

La nuova sede del Gruppo CAP ha ottenuto la certificazione come Net zero energy building, collocandosi in classe Gold della certificazione Leed.

servizio a cura di Pietro Mezzi

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